10 blog per tornare gradualmente in working mode

Solo ieri sembrava fosse appena iniziato giugno e invece settembre è già alle porte, accompagnato dalla frenesia quotidiana e schizofrenica della vita di città. Il ritorno dalle vacanze (per chi ci è andato) è sempre un momento drammatico, in cui la realtà della montagna di cose da fare accumulatesi tra un bagno in mare e un cocktail sulla spiaggia ti colpisce, sadica e spietata, distruggendo il microcosmo di felicità dell’estate. Per evitare la crisi e ingranare in modo graduale, cercando l’ispirazione per ripartire con il piede giusto, una buona idea potrebbe essere dedicarti alla lettura di quei blog che ti riprometti sempre di leggere ma per i quali durante l’anno non trovi mai tempo.

La selezione di blog per traduttori/imprenditori è davvero ampia e fare una cernita è una missione ardua. Per ovvi motivi di spazio ne ho dovuti tralasciare alcuni validissimi e ho limitato questo post a 10 blog che personalmente leggerei per tornare in working-mode o semplicemente per dare un tocco di creatività e nuova energia al mio business.

Traduzione

Want Words blog di Marta Stelmaszak: 140 post con consigli utili su traduzione ed entrepreneurship, appena raccolti da Marta in un comodissimo ebook gratuito, intitolato Business School of Translators Lessons, scaricabile dal suo sito internet. Una risorsa preziosa che risponde a tutti i dubbi dei professionisti determinati a fare della traduzione il proprio lavoro.

The Open Mic: trattandosi di una piattaforma di blogging (ma non solo) per traduttori dove ciascuno può postare interventi a proprio piacimento, gli argomenti trattati sono i più disparati e trattano tematiche inerenti alla traduzione sotto molteplici punti di vista, dai cat tools al time management, dalle tariffe alla corrispondenza con i clienti, da post motivazionali a riflessioni sulla professione. Ottimo per prendere spunti, approfondire e avviare discussioni costruttive con colleghi.

Linguaenauti: Blog molto curato e interessante della traduttrice Eleonora Cadelli, che ho avuto il piacere di scoprire dopo il workshop Italiano Corretto della scorsa primavera a Pisa. Contiene riflessioni sulla lingua e sulla traduzione, consigli utili e interviste a traduttori, linguisti, ma anche a psicologi e personal trainer per aiutarci a capire come affrontare al meglio la vita da freelancer.

Doppioverso: il mio amore per il blog delle doppioverso non è un mistero, ho divorato tutti i loro post in pochi giorni non appena le ho “scoperte” e da allora le seguo religiosamente. Con il loro modo di scrivere accattivante, riflessivo e mai scontato, Chiara e Barbara affrontano tutte le sfaccettature del mondo della traduzione, con un focus particolare su quella giornalistica ed editoriale, dando consigli utili e fornendo spunti di riflessione a traduttori stagionati e alle prime armi. Un must.

Senzaudio: è un blog poliedrico dove troverete post su libri, traduzione, editoria, interviste. Gli interventi che preferisco in quanto traduttrice sono quelli della rubrica curata dalla talentuosa Stefania Marinoni, che offre sempre ottimi consigli soprattutto per traduttori editoriali o aspiranti tali. Una miniera di informazioni utili, precise, dritte al punto e sempre sul pezzo.

Federica Aceto + Diario di una traduttrice editoriale [Okay ho barato, questi sono due, ma non riuscivo proprio a decidermi]: Entrambi i blog, curati rispettivamente da Federica Aceto e Thais Siciliano, sono focalizzati sulla traduzione letteraria, fanno luce sulle difficoltà e sul fascino del tradurre romanzi, riflettono su aspetti teorici e pratici della professione, raccontano i personaggi che prendono vita in italiano grazie al loro lavoro e fanno anche un po’ sognare aspiranti traduttrici letterarie come la sottoscritta.

Blogging, personal branding, entrepreneurship

Silvia Sola: il blog di Silvia è molto utile per chi ha un proprio blog, ma anche per chi è alle prese con la comunicazione online con clienti o potenziali clienti. Con la sindrome da blogger impostora costantemente in agguato, trovo che i suoi post offrano delle utili linee guida in merito a forma e contenuti, per rimanere sulla retta via e non gettare la spugna cedendo alla sensazione di incompetenza che spesso mi assale.

Gioia Gottini: ho scoperto il suo blog di recente grazie a C+B e sono rimasta davvero impressionata (in senso buono) dalla cura del sito, dai consigli preziosi per piccoli business, dalla positività che trasmette e dal suo modo di scrivere intimo e coinvolgente. Una piacevole sorpresa che continuerò a seguire con attenzione. Inoltre, è scaricabile dal suo sito un e-book molto accattivante intitolato “101 idee per far crescere il tuo business a costo zero“, che è in cima alla mia lista delle cose da leggere.

C+B e Female Entrepreneur Association [Sì sì, ho barato anche qui, ma solo perché il concetto di fondo è simile] Entrambi i siti si rivolgono a donne imprenditrici e proprietarie di piccoli business e forniscono idee, consigli, ispirazione di stampo creativo per motivare e far raggiungere i propri obiettivi alle lettrici. Il primo, in italiano, è guidato dalla frizzante Francesca Marano e offre spunti interessanti mediante blog, chat su twitter, corsi e gadget. Il secondo, gestito dalla britannica Carrie Green, offre masterclass settimanali, materiali audio e video scaricabili e strumenti creativi utili per portare il proprio business sulla via del successo.

Chicca finale
Giappone Mon Amour: Infine, da nipponista, non potevo non aggiungere una chicca sul mio paese dei sogni. Considerata l’abbondanza di materiale di cui pullula il web, raccontare il Giappone e i giapponesi in modo originale non è per niente facile, ma Laura Imai Messina, scrittrice di grandissimo talento in Giappone da diversi anni, ogni mese riesce a regalarne un ritratto delicato e quasi mistico attraverso l’analisi di espressioni particolari della lingua giapponese. Un blog che ad ogni post mi fa venire un’incredibile nostalgia del paese del Sol Levante. Consigliatissimo anche ai non nipponisti.

Buona lettura! 🙂

[*L’ordine è del tutto casuale, non è una classifica]
[**Un post d’argomento simile scritto dalle doppioverso è apparso qualche giorno fa sul blog della Giornata del Traduttore. Ho deciso di pubblicare ugualmente questo post nonostante le similitudini perché lo avevo pronto da un po’ e per non vanificare tutti gli sforzi investiti nella preparazione di uno pseudo-calendario editoriale dopo mesi di totale anarchia.]

Podcast tutti i gusti più uno

Nonostante oggi si punti sull’uso di immagini e video per la trasmissione rapida di qualsiasi genere d’informazione – YouTube docet – i podcast hanno enormi pregi da non sottovalutare. Come dicevo in un altro post di qualche mese fa, mi sono convertita alla radio e ai podcast relativamente tardi, da amante della musica da cantare a squarciagola quale sono. Quando però l’età adulta bussa minacciosa alla porta e le cose da fare si moltiplicano in modo indirettamente proporzionale al tempo a disposizione per farle, si scopre il valore del multitasking e l’importanza dell’ottimizzazione dei tempi. Ecco quindi che alla veneranda età di 25 anni, all’ascolto spensierato della musica durante attività quali corsa giornaliera/spesa/pulizia della casa, ho sostituito parzialmente (nessuno mi tocchi il karaoke sotto la doccia) un ascolto attento di podcast di vario genere.

Vario genere fino a un certo punto: visto che i miei interessi/hobby e le mie specializzazioni professionali coincidono, in realtà gli argomenti su cui vertono i podcast che ascolto spesso sono simili, ma cercherò di rendere la lista il più variegata possibile.

I MUST
Da iniziare ad ascoltare appena avete finito di leggere questo post – Consigliatissimi al 200%

Marketing Tips for Translators      Lingua: inglese      Categoria: per traduttori
Niente di nuovo sotto il sole, questo è il re dei podcast, conosciuto da tutti gli addetti ai lavori. Marketing Tips for Translators è un podcast curato da Tess Whitty, traduttrice dall’inglese allo svedese, che ogni settimana tratta un aspetto diverso del marketing per traduttori, offrendo consigli, spunti e strumenti per perfezionare la propria strategia di marketing, ottimizzare il lavoro, approcciare nuovi clienti, costruire un business di successo. Ogni settimana, Tess intervista una persona esperta in un determinato campo (social media, email, gestione dei clienti diretti, marketing offline, ecc…), mentre ogni dieci episodi riserva agli ascoltatori uno speciale in cui offre i propri input personali. Piacevole da ascoltare e utilissimo per chi vuole far fare al proprio business un salto di qualità.

Radiolab      Lingua: inglese      Categoria: per tutti
Radiolab è un podcast americano prodotto da WNYC difficile da inquadrare in un genere specifico. Si potrebbe definire come un podcast sulla curiosità, che presenta storie a metà tra lo scientifico, il filosofico, lo storico, a volte al limite dell’incredibile, ma in ultima istanza profondamente radicate nell’esperienza e nell’emozione umana. Medicina, musica, scienza, storia, matematica, sport, moralità, psicologia, traduzione, parole… ce n’è per tutti i gusti. Con storie affascinanti e mai scontate, è consigliatissimo per tutte le persone curiose (e in particolare per i fan del neurologo e scrittore Oliver Sacks, i cui interventi regolari nelle passate stagioni sono delle vere chicche).
Traduttori e interpreti possono iniziare da questo episodio.

La Lingua Batte     Lingua: italiano     Categoria: Per linguisti, traduttori, amanti della lingua italiana e “Quelli di Italiano Corretto”
Una delle gemme di Radio Tre, La Lingua Batte è un podcast che esamina le sfaccettature più disparate della lingua italiana, dal linguaggio dell’animazione a quello degli animali, dalla lingua dei classici a quella dei social media, ecc… [Ovviamente anche la traduzione non poteva mancare] Ogni puntata, della durata complessiva di circa un’ora, è divisa in sotto-rubriche dai nomi accattivanti: Sapevatelo, Dice il saggio, Le parole sono importanti, Accademia d’arte grammatica, ScuolaPop, L’italiano nel mondo – il mondo in italiano, che possono essere ascoltate o scaricate separatamente. Segnalo anche in questo caso la puntata dedicata alla traduzione, che potete trovare qui.

Tradurre e volgarizzare

I CONSIGLIATI

The Suitcase Entrepreneur      Lingua: inglese      Categoria: Per freelancer e imprenditori
Questo podcast, a cadenza bi-settimanale, è opera dell’imprenditrice e viaggiatrice Natalie Sisson e, come lascia intendere il nome, prende in esame l’arte di portare avanti un business viaggiando per il mondo. Gli ospiti con cui dialoga sono imprenditori che si occupano delle attività più disparate, accomunati dal successo, dalla passione per il viaggio e dal desiderio di allontanarsi da un lavoro con orario d’ufficio tradizionale. Una curiosità: a volte Natalie fa scegliere a lettori e ascoltatori la destinazione successiva delle sue peregrinazioni.

Fahrenheit      Lingua: italiano      Categoria: Per tutti, soprattutto se amanti della letteratura
Altro podcast storico di Radio tre, Fahrenheit – come recita il suo slogan – parla di libri e idee. Temi d’attualità, ultime uscite in libreria, interviste a scrittori, spazio dedicato alla poesia, questo podcast offre spunti di riflessione letteraria ma non solo. Un modo utile, soprattutto per chi come me vive all’estero e non è sempre aggiornato sulle ultime notizie dall’Italia, per rimanere al passo con l’editoria contemporanea e l’attualità del nostro paese.

100 Percent Translations      Lingua: inglese      Categoria: Per traduttori
Il podcast 100 Percent Translations di Paul Urwin si colloca un po’ sulla scia di quello di Tess Whitty, di cui condivide il formato (alternanza intervista – solo show) e le tematiche. Un aspetto innovativo di queste interviste è il suo mettere maggiormente in risalto il background degli ospiti, che, oltre a dare consigli, raccontano un po’ più nel dettaglio i propri inizi di carriera come traduttori. Personalmente apprezzo molto quest’angolazione, perché trovo rincuorante il fatto che anche i migliori traduttori siano arrivati al successo attraverso errori ed esperimenti non sempre riusciti (e tanto lavoro, ovviamente).

Amateur Traveler      Lingua: inglese      Categoria: Per viaggiatori
Infine, in quanto viaggiatrice incallita, non potevo esimermi dall’aggiungere un podcast di viaggio. Benché i diari di viaggio io preferisca leggerli, devo ammettere che questo podcast, attivo da oltre 9 anni e ormai giunto a più di 500 puntate, è piuttosto utile (quando non si ha tempo di leggersi una guida intera) per consigli pratici e rapidi su itinerari più o meno turistici, ristoranti, shopping, curiosità. L’elenco di mete è davvero infinito! Unico neo: alcuni episodi sulle mete italiane lasciano un po’ a desiderare, gli americani hanno spesso una visione un po’ stereotipata del nostro paese e la pronuncia dei nomi delle località è a malapena intellegibile (ho dovuto interrompere a metà la puntata sulla Sardegna, perché sentire Cagliari storpiato in Cagh-liàrui per venti volte in venti minuti mi stava facendo venire una crisi di nervi. Lo so che il suono “gl” per gli inglesi è difficile da pronunciare, ma che diamine, hai visitato la città e sai che dovrai parlarne per mezz’ora in trasmissione, fai almeno lo sforzo di mettere l’accento sulla sillaba giusta!).

Vancouver
Meta da me consigliata: Vancouver ovviamente!

E voi, avete podcast a cui siete affezionati e che vorreste consigliare al resto della comunità di traduttori e non? Fatelo nei commenti, ogni suggerimento è ben accetto! 🙂

Italiano Corretto attraverso lo specchio

Italiano Corretto

Se stessi scrivendo un articolo di stampo giornalistico (ahah, come se ne fossi capace), definirei Italiano Corretto come un ciclo di 6 laboratori tenutosi a Pisa il 15 e 16 aprile scorsi, nato dalla collaborazione tra STL Formazione e doppioverso e rivolto agli esperti e agli amanti della lingua italiana.

Tuttavia, come forse ormai avrete capito dai toni del mio blog, io ho la tendenza a vedere le cose con quello che chiamo il filtro “Incanto” (o forse “Follia” sarebbe più appropriato, in ogni caso prendete nota, creatori di Instagram).
Insomma, io ho percepito Italiano Corretto come una casa degli specchi, di quelle che si trovano ai lunapark di paese e riescono sempre a divertire grandi e piccini. Ecco, come in una casa degli specchi, ogni laboratorio ci ha mostrato un riflesso diverso dell’italiano: doppiato, digitale, pazzesco, lercio, forbito, indefinito, sicuramente un italiano imprevedibile che, invece di risposte, ha lasciato tanti interrogativi in sospeso. Come parleremo tra dieci, venti, trent’anni? Scriveremo qual è con l’apostrofo e un po’ con l’accento? Assisteremo a un’ulteriore evoluzione della grammatica a favore di un linguaggio che punta a essere efficace e immediato?

A guidarci in quest’avventura attraverso lo specchio è stato un dream team di donne bioniche che, con la loro organizzazione e simpatia, hanno fatto sì che il tutto si svolgesse senza intoppi, in un’atmosfera amichevole e rilassata.

Un italiano equilibrista

#EpicChicca: Anche Rocco Siffredi sostiene #petaloso
#EpicChicca: Anche Rocco Siffredi sostiene #petaloso

 

 

L’italiano in cui ci ha proiettato Vera Gheno, twitter manager dell’Accademia della Cruscaè una lingua dai contorni indefiniti, in bilico su un filo che oscilla costantemente tra normativa e anarchia. Se “un po'” per il momento si può accettare solo con l’apostrofo e non con l’accento, “se lo sapevo non venivo” non è una frase sbagliata in un contesto quale una conversazione su Whatsapp. In Italia, però, sembra esserci una tendenziale mancanza di elasticità e

un’arroganza di fondo per cui non si mettono mai in discussione le proprie conoscenze. La lingua è di chi la parla, ma questo non autorizza il Topo Gigio di turno a sentirsi il nuovo Dante del terzo millennio e a scagliarsi senza cognizione di causa contro istituzioni, quali la Crusca, che forse di lingua ne sanno ancora qualcosina più dell’italiano medio.

Punteggiatura
Esercitandoci con la punteggiatura

2Con lo scrittore Giulio Mozzi ci specchiamo in un italiano da leggere tra le righe, che ci parla attraverso le capacità espressive della punteggiatura. Ci esercitiamo su un estratto dei Promessi Sposi del Manzoni, solo per veder crollare di fronte ai nostri occhi un mondo di certezze. Tutte le regole imparate alle elementari, a suon di scarabocchi rossi sul quaderno, vengono smentite senza pietà, in nome di un uso della punteggiatura non risolvibile con la letteralità, ma subordinato alla poetica del singolo autore.

 

Italiano lercio

Andrea Michielotto, una delle menti dietro al popolarissimo sito internet Lercio, ci spiega la nascita e l’evoluzione di questo progetto, in una serata esilarante che lo ha visto protagonista nei panni di un laureando, interrogato dalla terrificante professoressa Vera Gheno. In un susseguirsi incalzante di notizie, una più divertente dell’altra, Lercio ci svela il segreto del suo successo: un’eccellente competenza linguistica e una costante volontà di informarsi, un registro satirico sapientemente utilizzato, l’incapacità dell’italiano medio di verificare l’attendibilità di quanto è scritto in rete, preso dalla smania di commentare senza cognizione di causa sui social per darsi visibilità, e anche un pizzico di chiaroveggenza (alcune notizie apparse su Lercio si sono infatti profeticamente avverate in seguito).

Italiano digitale doppioverso traduzione

#idole
#idole

 

 

Con l’inarrestabile e dinamico duo delle doppioverso, Chiara Rizzo e Barbara Ronca, ci specchiamo nell’italiano della

comunicazione frenetica e continuamente in movimento del web e in particolare dei social media. L’italiano digitale, ci spiegano Chiara e Barbara, è una lingua che torna all’oralità e presenta quattro caratteristiche di fondo: immediatezza, illimitatezza, universalità ed economia. Tra memi (plurale di meme, approvato dalla Crusca #sapevatelo), hashtag, emoji e tweet, abbiamo appurato che il linguaggio dei social ha potenzialità infinite, condensa ed espande allo stesso tempo, semplifica e innova, influenza e trasforma le espressioni della nostra lingua. Dove andremo a finire? Difficile a dirsi. Nel dubbio, sono giapponese.

italiano doppiato pignataro

pignataro doppiaggese got

 

 

Leonardo Marcello Pignataro, aka il-genio-che-ha tradotto-per-l’adattamento-di-game-of-thrones, ci ha fatto riflettere sul cosiddetto “doppiaggese”, la lingua degli adattamenti televisivi e cinematografici. Quanti di noi non si sono lamentati almeno una volta, guardando film doppiati, del linguaggio un po’ artificiale, poco credibile parlato dai personaggi? Molti. Sicuramente il doppiaggese non è una lingua armoniosa, ma Leonardo ci ha spiegato che a volte, per via di fattori quali la mimica del personaggio o l’inquadratura, il traduttore e l’adattatore non hanno scelta, devono ricorrere a soluzioni meno “belle” per adeguarsi a ciò che appare sullo schermo. Come in tutte le cose, in realtà, non è l’uso del doppiaggese in sé per sé che va condannato, quanto il suo abuso.

italiano pazzesco mastrantonio

Essere piuttosto che non essere: questo è il problema!
Essere piuttosto che non essere: questo è il problema!

 

 

Con

Luca Mastrantonio, giornalista e scrittore, riflettiamo su un italiano pazzesco ma anche un po’ orwelliano. Iniziamo infatti parlando di una lingua che controlla il presente, una neolingua alla 1984, veicolatrice di un bipensiero ambiguo, di parole usate a sproposito per definire tutto e il contrario di tutto, per poi passare a una serie di definizioni esilaranti da dizionario che vanno a stigmatizzare, con ironia, delle tendenze della nostra lingua a fondere parole (apericena), a ricorrere ad anglicismi (lovvare), ad amplificare una realtà che, in un’epoca in cui tutto deve fare notizia e deve diffondersi su larga scala, nella sua dimensione normale non sembra essere abbastanza.

 

italiano in evoluzione

Quanti errori riuscite a trovare in questa slide?
Quanti errori riuscite a trovare in questa slide?

 

L’incontro finale del ciclo, presentato dallo scrittore Andrea De Benedetti, si apre con una slide farcita di quelli che avremmo chiamato fino a poco tempo fa “errori grammaticali” ma che forse ora faremmo meglio a definire “ambiguità grammaticali”. Andrea ci conduce in un excursus attraverso la lingua italiana, dal purismo del 1500 alla Googlocrazia dei giorni nostri, sottoponendo alla nostra attenzione liste di errori che non lo sono più, errori su cui discutere, errori che smetteranno di esserlo. In fondo, la lingua nasce e si evolve dall’errore, se no saremmo ancora qui a parlare latino (e poi come lo spieghi in latino cos’è Google?).

Insomma, Italiano Corretto è stato un viaggio attraverso lo specchio, alla scoperta delle tendenze, sfaccettature, contraddizioni e potenzialità della nostra lingua, nonché un’occasione per riflettere sulla sua evoluzione, sul nostro modo di utilizzarla e sull’atteggiamento con cui ci poniamo di fronte a essa.

Infine, Italiano Corretto mi ha dato modo di ricomporre i frammenti del mio personalissimo specchio. Poter parlare di questioni linguistiche senza essere tacciata di nerdità/nerdismo (Signora Crusca, mi accetta il neologismo?), vedere gente inorridire, come faccio io, di fronte agli accenti usati in modo errato, insomma vedere la me un pochino grammarnazi e lingua-nerd riflessa negli altri partecipanti mi ha dato un sollievo e un senso di appartenenza che fanno bene al cuore. Per descrivere l’epicità, la simpatia e la stima profonda che nutro per tutte le persone che ho conosciuto servirebbe un articolo a parte, spero che per adesso basti il mio grazie.

Per gli iperscettici ancora non convinti, ho solo tre parole: biscotti, libri e una location che il mondo ci invidia. Se non c’eravate, #siateci l’anno prossimo!

Pisa

Bologna Children’s Book Fair: dove l’editoria incontra la fantasia

fiera bologna

La settimana scorsa, ho depennato dalla mia lista di “prime volte” il partecipare a una fiera del libro internazionale da (più o meno) addetta ai lavori. Ora, onde evitare di essere tacciata di impostura, ci tengo a precisare che la mia unica esperienza di traduzione letteraria per bambini e ragazzi risale a quando avevo 17 anni e, da brava sorella maggiore, facevo la “traduzione simultanea” dell’ultimo libro di Harry Potter alla mia sorellina che non aveva la pazienza di aspettare l’uscita della traduzione italiana (poi, giustamente, se l’è comprata lo stesso).

La letteratura per ragazzi, tuttavia, è un genere che mi affascina molto e che, con la mia sindrome di Peter Pan, sento molto vicina alla mia personalità e nel cui ambito quindi mi piacerebbe lavorare. La fiera del libro di Bologna, tenutasi nel capoluogo emiliano dal 4 al 7 aprile, mi è sembrata quindi un buon punto di partenza per:
esplorare e farmi un’idea di come funzionano le cose nell’editoria per ragazzi
imparare da persone più esperte di me
smerciare bigliettini da visita qua e là
fare incetta di cataloghi e di gadget utili e inutili

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Hobbit, maghi e troni di spade: tradurre fantasy con Valentina Daniele

In una caverna scavata nella terra, al di là del vasto oceano, viveva una tradutthobbit espatriata. Nella sua tana piuttosto caotica, piena di tazze sporche, quaderni, appunti, libri e dizionari, traduceva per qualche committente qua e là, nella vasta Terra di Mezzo, ma raramente osava avventurarsi nello spaventoso mondo esterno, fatto di altre creature in carne ed ossa. Un giorno le giunse voce che una maga della parola tradotta, profonda conoscitrice di mondi fantastici ed esperta di serie di eventi più o meno sfortunati, avrebbe tenuto una lezione nella Contea, in una contrada remota nei pressi di una torre piuttosto unica nel suo genere: inclinazione singolare, tante finestrelle senza vetri e, soprattutto, nessun drago a farle la guardia. La tradutthobbit raccolse il suo coraggio e, sul dorso di una delle Grandi Aquile, si recò ad assistere all’evento.

fiume pisa
Pisa quasi al tramonto (la torre sarebbe stata troppo banale)

Come forse avrete intuito, la maga delle parole in questione è la bravissima e simpaticissima Valentina Daniele che sabato scorso a Pisa ha tenuto un workshop sulla traduzione di opere fantasy, gentilmente organizzato da STL Formazione. Il corso è stato molto formativo, informativo, interattivo, ben strutturato, ben bilanciato tra teoria e pratica e ben organizzato dallo staff. La mattina è stata dedicata all’analisi teorica della letteratura di genere per bambini e ragazzi (ma non solo), le sue tendenze editoriali e questioni spinose, coadiuvata da esempi concreti tratti soprattutto dalle opere di Tolkien (Lo hobbit e Il Signore degli Anelli), dalle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco e dalla saga di Harry Potter. Il pomeriggio ha visto protagonisti noi partecipanti, alle prese con la sfilza di nomi magici di Diana Wynne Jones, l’umorismo pungente di Terry Pratchett e le rime di Colin Meloy.

Valentina, dall’alto della sua esperienza, ci ha svelato qualche trucco e curiosità e ha condiviso con noi alcune riflessioni sul ruolo del genere fantasy nella letteratura e nell’editoria italiana. Non “spoilererò” tutto, mi limiterò invece a citare alcune perle di saggezza che io ho trovato molto utili e che spero vi incuriosiranno abbastanza da decidere di seguire qualche corso di Valentina in futuro 😉

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