Traduzione freelance, istruzioni per l’uso: Specializzazioni

L’ultima settimana è stata un po’ eclettica. Come alcuni sapranno e altri no, ho ricevuto ufficialmente la residenza permanente in Canada dopo un anno di attesa, tanta burocrazia e altrettanti patemi d’animo. Inutile dire che la cosa mi rende molto felice, ma allo stesso comporta un sacco di scartoffie supplementari: nuovo codice fiscale, tessera sanitaria per cui finalmente posso essere investita da un tram in pace sapendo di poter ricevere delle cure, patente con nuovi esami teorici e pratici annessi, partita IVA… mancano solo i moduli per i bollini del supermercato. Il tutto per dire che questa settimana, invece di propinarvi un post improvvisato e scritto a caso, preferisco riproporre un mio contributo sul sito della Bottega dei Traduttori, gruppo di traduttori letterari di cui sono onorata di far parte, in merito alle specializzazioni: come sceglierle e coltivarle. Buona settimana e buona lettura!

La bottega dei traduttori

Nel mio dialetto si dice che “nessuno è nato imparato”, una perla di saggezza marchigiana per dire che ognuno di noi ha pur dovuto iniziare da qualche parte e acquisire conoscenze, abilità ed esperienza lavorando sodo, facendo errori e sacrifici. I traduttori non fanno eccezione. Credo che nessuno sia diventato traduttore o traduttrice di successo da un giorno all’altro, guadagnando cifre a sei zeri dal primo mese di attività, senza alcun tipo di training in campo linguistico e di traduzione e soprattutto senza mai commettere un singolo errore. È il sogno di tutti, come negarlo, ma purtroppo la realtà è ben diversa.

Non ho la presunzione di considerarmi un’esperta (lungi da me!) ma conosco bene la sensazione che si prova quando si hanno una passione e una serie di idee confuse (e per lo più erronee) su come intraprendere la carriera dei propri sogni e possibilmente avere successo…

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